Siamo sempre di corsa, colmi di impegni e tutta questa frenesia ci porta a essere distratti. A farne le spese sono gli oggetti che dimentichiamo in ogni dove.
Ognuno di noi, almeno per una volta nella vita, ha perduto un oggetto e se questo è un ombrello rientra, come le chiavi, tra i più dimenticati, ma se sono gli occhiali dobbiamo porci qualche domanda.
Come spiega Arianna Foscarini non è tanto per l’oggetto in sé, piuttosto per la sua utilità.
Come ci si spiega che usciamo con l’ombrello perché piove e ritorniamo a casa senza, che poggiamo gli occhiali sul comodino prima di andare a letto e il giorno dopo non li troviamo?
Freud, il padre della psicanalisi, racconta che il soggetto ha coscienza di quello che fa, ma se gli si chiede perché lo ha fatto, non sa dare alcuna risposta.
Se insistiamo ad averne una, il soggetto si inventerà una scusa qualunque.
Nell’articolo “Gli occhiali che gran rottura!” Arianna Foscarini mette in luce il problema, fornendo le dinamiche più comuni della perdita degli oggetti correlate da statistiche che dimostrano come gli occhiali siano solo secondi agli ombrelli nella classifica degli oggetti più smarriti dalle persone.
Se vuoi sapere quale soluzione Arianna ha studiato per te clicca qui e leggi l’articolo
Non allarmarti, per capire il nostro comportamento anche l’università di Birmingham ha studiato il caso e ha pubblicato sul Nature Neuroscience Journal la sua ricerca da cui si evince che la nostra mente ha le dinamiche di un carro armato: rade al suolo tutto ciò che gli è d’intralcio.
Peccato che la mente non sa distinguere gli oggetti importanti da quelli banali.
La soluzione è allenarsi, la mente è un muscolo non dimentichiamolo, se lo lasci dormire non si sveglierà più.